Oltre le gambe c’è di più

Scrivo alla fine di un’estate insolita, dettata dai bollettini dei soggetti positivi al covid che risalgono dopo insalubri nottate in discoteca o tavolate tra ri-congiunti dopo mesi, piuttosto che congiunti.

Scrivo alla fine della prima estate della nostra farmacia, in cui si sono susseguite vetrine estive, promozioni per solari e attivatori dell’abbronzatura, clientela solare e ottimista contro la sempre solita schiera di pazienti impazienti di un vaccino, di una cura, di una soluzione alla pandemica paura di un futuro lockdown.

In estate, tuttavia, è bene annoverare tra i pazienti un esemplare maschile che si aggira per le farmacie – come credo anche nei restanti esercizi commerciali – alla ricerca del pantaloncino corto perduto durante il periodo invernale, colui che, avvicinandosi al banco si sporge, controlla come se avesse perso qualcosa tra i piedi e spera vivamente che la cardioaspirina chiesta sia su un cassetto di quelli alti tanto da dover prendere lo sgabello per aprirlo.

Ci tengo a precisare che non si tratta, questo, di un articolo femminista, sono per la parità dei sessi anche e soprattutto in ambito professionale; ci tengo però a precisare che una bella gamba mostrata da una farmacista non è segno di volgarità o di battuta tra amici davanti a una birra. È segno dell’estate, della stagione che preferisco, è segno che, se abitassimo al mare, in pausa pranzo saremmo a farci una nuotata ristoratrice. È segno che semplicemente fuori dalle nostre mura refrigerate e deumidificate ci sono 35°C con un tasso di umidità tipico della Pianura Padana che si aggira, ad agosto attorno al 78%. E’ segno che, finché ci saranno battute spiacevoli ci sentiremo condizionate e con gli occhi puntati addosso, nonostante la tanto declamata emancipazione femminile.

Abbiamo piacere a essere ricordate come “le dottoresse che la sanno lunga” non come quelle con le gamba lunga, perché dietro a una gonna o un pantaloncino mai volgare ci mettiamo sempre la nostra professionalità. Nessuna di noi ha vinto un concorso, superato un esame, raggiunto traguardi professionali per aver mostrato gambe o décolleté; ognuna di noi ha mostrato capacità, resistenza, forza di volontà e senso del dovere. Lasciateci godere del nostro lavoro rispettando la nostra femminilità e la nostra professionalità: è un grido che arriva da moltissime colleghe di tutta Italia. Declassate a livello lavorativo con una media di stipendio più bassa rispetto all’uomo di circa 350 € per chissà quale spiegazione astrale -calcolando un contratto lavorativo dipendente non rinnovato da anni- ci ritroviamo nel 2020 ad avere sempre gli occhi puntati dalla classe maschile, perché, parliamoci chiaro, la giornata storta, in cui non siamo pettinate, truccate, abbellite e sorridenti come sempre, si vede, si nota e, con carineria, ci viene sottolineata. Caro paziente che noti ogni nostro minuzioso particolare, hai mai avuto il coraggio di fare la stessa battuta a un farmacista uomo? A fargli presente quanto oggi lui sia spettinato, sciupato, affaticato o, peggio ancora, appesantito?

Mi capitò, in una giornata molto pesante, poco tempo dopo la nostra apertura, con la clientela in trepidante attesa in coda di non ricordare le modalità di accesso per la piattaforma per la dispensazione di alcuni farmaci speciali. Nel momento in cui chiesi aiuto alla mia collega accanto a me per risolvere in breve tempo il mio vuoto momentaneo, mi sentii dire bonariamente “La vedo un po’ imbranata dottoressa”. Il calore rosso fuoco che sentii dal petto salirmi fino alle orecchie probabilmente rimarrà nel ricordo del mio paziente che mai, ne sono certa, si sarebbe permesso di dire una tale fine carineria a un suo medesimo compare di sesso maschile in difficoltà.

Oltre le gambe, il sorriso, il bello sguardo c’è di più. Siamo donne, professioniste che hanno studiato e faticato per esserlo, che svolgono il proprio lavoro con entusiasmo e, se hanno piacere a indossare una gonna in piena estate, lo fanno con orgoglio e gioia.

Siate gentili, sempre.

Fonte: Farmacista33.it

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Dottoressa Elisabetta Vicentini

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